Malattia di Crohn: cosa posso mangiare? Chiediamolo agli esperti

La dieta per chi ha la malattia di Crohn è, da sempre, una questione aperta. Quali sono gli alimenti che possono aiutare a stare meglio? Quali invece quelli che mi peggiorano i sintomi? Queste e molte altre sono le domande dei pazienti. In questa pagina gli esperti di nutrizione hanno risposta alle domande più frequenti su cosa mangiare e su come seguire la dieta ad esclusione per la malattia di Crohn (CDED)

Tra le diete disponibili per chi ha una malattia infiammatoria cronica intestinale, la dieta ad esclusione (CDED) è quella con più evidenze scientifiche a supporto, non solo nel paziente pediatrico, ma anche nell’adulto: ha dimostrato, infatti, di poter indurre la remissione ed evitare riacutizzazioni nel paziente adulto con malattia lieve o moderata. La CDED è anche l’unica dieta raccomandata dalle Linee Guida come alternativa terapeutica anche nel paziente adulto

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Come è meglio assumere Modulen durante il giorno?

Malattia di Crohn: quale dieta seguire?

Gli esperti consigliano, in caso di Malattia di Crohn, di non superare i 300 mg di colesterolo al giorno: consideriamo che un uovo contiene circa 180 mg di colesterolo e che seguendo il regime alimentare specifico della CDED per un periodo limitato di tempo, non sono previste altre fonti di colesterolo tranne quello presente nelle uova: ecco perché due uova al giorno non sono un problema per chi segue questa dieta!

Con la nostra alimentazione abituale assumiamo normalmente formaggi, latte e derivati, grassi saturi (burro, olio di palma, ecc.) presenti anche in prodotti da forno come ad esempio biscotti e grissini, carni grasse e salumi; tutti questi alimenti, ricchi di colesterolo, non sono però presenti nella dieta CDED e quindi due uova al giorno per un periodo limitato di tempo non costituiscono un problema.
Inoltre, l’uovo contiene anche una buona percentuale di lecitine, nemiche del colesterolo, che aiutano a ridurne l’assorbimento e a controllarne i livelli plasmatici.

Le lecitine, grazie alla loro composizione chimica, sono in grado di “sequestrare” i grassi diminuendo il loro assorbimento. 

Non dobbiamo dimenticare poi che il nostro organismo è una macchina perfetta poiché è in grado di sintetizzare da solo il colesterolo di cui ha bisogno. Se giornalmente non introduciamo sufficiente colesterolo con l’alimentazione, infatti, il nostro corpo si sente “minacciato” e ne produce in eccesso.

Dott.ssa Alessia Chiarotto, Dietista presso l’Ospedale Molinette di Torino

Assolutamente sì. Il diabete non esclude la possibilità di seguire la dieta CDED perché si tratta di una dieta equilibrata con una corretta ripartizione di proteine, carboidrati e lipidi. Questa caratteristica, oltre a favorire il mantenimento o il miglioramento dello stato nutrizionale, garantisce una buona gestione delle glicemie e un buon compenso metabolico in generale.

Fin dalle prime fasi, la dieta CDED prevede il consumo di verdura e frutta come mele e banane che, con il loro contenuto di fibre solubili, abbassano il carico glicemico della dieta, oltre ad avere un’azione prebiotica nei confronti del microbiota intestinale grazie alla produzione di SCFAs (acidi grassi a corta catena).

Le patate cucinate e successivamente raffreddate sono fonte di amido resistente che è fondamentale anch’esso per il miglioramento del microbiota e per il suo impatto sulle glicemie: riduce infatti la concentrazione postprandiale di glucosio nel sangue.

La CDED esclude prodotti industriali, piatti pronti/fast food generalmente ad alta densità calorica e più ricchi di zuccheri a rapido assorbimento, responsabili dei picchi glicemici.

Il riso è fonte di amido e fornisce energia di lunga durata garantendo un andamento glicemico più regolare, soprattutto se assunto nel contesto di un pasto bilanciato con fonti proteiche (petto di pollo, uovo) e grassi da condimento (olio d’oliva).

Infine, l’assunzione della formula Modulen contribuisce alla copertura dei fabbisogni vitaminici e di minerali senza impattare negativamente sulle glicemie, dal momento che ne viene consigliata la somministrazione in modalità frazionata, eventualmente come integrazione ad alcune pietanze, così da migliorarne la tolleranza.

Dott.ssa Marta Anrò, Dietista presso l’Ospedale Molinette di Torino


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Riferimenti bibliografici:

  • ESPEN guideline on Clinical Nutrition in inflammatory bowel disease, Clinical Nutrition 42 (2023) 352e379.
  • Szczubełek M et al. Effectiveness of Crohn’s Disease Exclusion Diet for Induction of Remission in Crohn’s Disease Adult Patients. Nutrients. 2021;13(11):4112. 
  • Yanai H et al. The Crohn’s disease exclusion diet for induction and maintenance of remission in adults with mild-to-moderate Crohn’s disease (CDED-AD): an open-label, pilot, randomised trial. Lancet Gastroenterol Hepatol. 2022;7(1):49-59. 3. - - Boumessid K et al. How Can a Polymeric Formula Induce Remission in Crohn’s Disease Patients? Int J Mol Sci. 2021;22(8):4025.